Archivi categoria: Diario di viaggio

Monte Penna

Ho molti ricordi legati al Monte Penna.
Ricordi d’infanzia e racconti di tempi che furono.
E da quando sono piccolo che, di tanto in tanto, andavo in un prato sopra la caserma vecchia per fare picnic e giocare liberamente nei boschi.

C’era una tranquillità incredibile, ricordo, e, con i miei amici, passavamo interi pomeriggi a rovinare quella quiete, con buona pace di chi campeggiava o per chi si stava godendo il pranzo.
Si era tutti come in una grande famiglia dove, chiunque passava, veniva accolto e invitato a fermarsi per la classica fetta di salame e bicchiere di vino.

La vista dalla cima del Monte Penna
La vista dalla cima del Monte Penna

Ricordo il calore del falò serale sul viso mentre si raccontavano le storie dei partigiani.
Il buio tutt’attorno con solo qualche lampo delle fiamme a scoprire, più in la nel bosco, tenebrose figure lignee.
Non si aveva paura del buio; troppo bello il cielo stellato per aver timore, su, tra le cime delle montagne, la prima nebbiolina.
Leggera, pulita, come un lenzuolo rimboccato, lentamente, prima di addormentarsi.
Il silenzio, i rumori lontani, i movimenti del bosco, dentro la tenda, fanno capire che di quel mondo tu non ne fai più parte e lo devi rispettare.
Esige rispetto.
Sei li, ospite di una meraviglia, godi di tutta questa bellezza e allo stesso tempo sei il primo potenziale assassino.
Il freddo pungente la prima mattina, al risveglio, quando ti sciacqui la faccia con l’acqua delle sorgenti e vedi il primo solo filtrare tra i rami.
L’impressione che li, tu, ci abbia già vissuto.
Quei gesti, quei panorami, sono parte di te e tu li riconosci come tuoi.
Partivamo sempre, almeno quando il tempo lo consentiva, per la cima.
Una volta che ti ci portano, la prima volta, lassù sul Pennino, ci vorresti ritornare.
Perché lassù sei sulla cima del mondo, lassù ti senti nel mondo.
Lassù il tuo sguardo copre distanze come mai prima.
Ti mostra cose, così lontane, che non ti sembra nemmeno possibile.
Lassù, il mio occhio si ferma sempre dove il cielo si fonde con il mare.
L’abbraccio di pace tra due tutto.
Li, io, mi sento in pace.
Fermatevi, se mai vi capiterà di salire fin lassù, a leggere il libro di firme che si trova nella cappelletta.
L’ascesa a quel meraviglioso posto, la quiete, il panorama, porta chi vi scrive a creare capolavori.
Brevi, concisi e tuttavia incisivi, pieni di significato.
Così si va dalle dediche d’amore ai ringraziamenti alla Madonna passando, dall’elenco degli amici che hanno compiuto l’impresa, ai gesti di affetto per questa meravigliosa terra.
Non senza commuovermi scrivo queste parole, ma sono ben poca cosa rispetto alle emozioni che mi ha fatto provare questo Eden.
Mi piace pensare che ognuno di noi possa trovare nella sua vita un posto dove si sente in pace, si sente a casa e dove, queste emozioni le possa provare con chi gli scalda il cuore.

Io, ancora una volta, ho potuto godermi tutto questo con mio padre che non potrò mai ringraziare abbastanza per tutto quello che è riuscito ad insegnarmi e per avermi fatto scoprire che al mondo esistono luoghi puri che ti elevano a ciò che non conosciamo più.

Passeggiata a Masanti di Bedonia

Una passeggiata nel verde.

Una lunga carrellata di immagini suggestive.

A Masanti di Bedonia, provincia di Parma.

Seguendo il corso del fiume Ceno in uno dei punti più belli: il salto dal lago “del profondo“.

Occasione di riflessione e di dialogo con chi segue AmiciAmici.com MAGAZINE.

Continuano le mie passeggiate nei dintorni della valtaro e valceno alla scoperta della bella natura che mi circonda.

Favorito dall’essere nel mezzo di una natura dal sapore ancora pulito, dove l’uomo sa come preservarla, distante dal turismo di massa che spesso e volentieri fa fare cose ben distanti dal bene della natura.

Oggi vi propongo Masanti nel Comune di Bedonia, sempre in provincia di Parma, ma nel versante valcenese.

Nella vastità del territorio comunale bedoniese, infatti, scorrono ben due fiumi importanti, uno dei quali affluente del Po l’altro, il Ceno, è immortalato in queste immagini.
In comune, i due fiumi, hanno la stessa montagna tra le cui rocce nascono, il Monte Penna.
Su due versanti, a breve distanza, prendono strade diverse che li porteranno, a Fornovo (PR) a riunirsi.
Solo il fiume Taro proseguirà diventando affluente di destra del Po.
Un viaggio lungo centinaia di chilometri e costellato da una miriade di deviazioni, salti, dighe e paesaggi differenti.
Masanti ha un forte legame con l’acqua.
E’ grazie alle sue fonti che il paese rimane vivo.
Una grossa produzione di acque minerali viene proprio da Masanti grazie al gruppo Norda S.p.A.
Ma è la maestosità e l’impeto dell’acqua a cogliere la mia attenzione.
Proprio vicino al centro del paese, attraverso un sentierino appena accennato ci si ritrova d’improvviso di fronte ad un vero spettacolo della natura.

Il lago del “profondo” che, con la sua inesorabile erosione si è mutilato ma ha guadagnato un meraviglioso salto di una decina di metri.

Un grosso monolite di pietra arenaria, ora, lo occupa di traverso impedendo alle acque di occuparne lo spazio ma costringendolo ad una strettoia obbligata.

L’acqua prende velocità.
Il silenzio e la calma si fanno impetuoso rumore.
Il trasparente pulito dell’acqua prende un color bianco latte e, dopo la caduta, si alza una nebbiolina fine e fresca trasportata dal vento.
Subito dopo, la calma, riprende il sopravvento e continua il cammino giù lungo il suo letto.

Curioso sentire alla televisione parlare di crisi idrica, di siccità, di cambiamenti climatici in un posto reso così bello da centinaia di metri cubi di acqua che scorrono da monte a valle.

Impensabile che tanta bellezza e purezza possa essere data in mano a privati senza scrupoli, con l’unico obbiettivo, talvolta celato da azioni “di bene comune”, di trarne profitto.
A scapito anche della bellezza ambientale, della vita di flora e fauna (comprese noi bestie umane), dell’ecosistema tutto sempre più in equilibrio precario.

Oggi Masanti vive ancora, a volte si sente abbandonato, altre volte tagliato fuori ma, la ricchezza su cui può fare affidamento non è un posto di lavoro in più o in meno, una strada efficiente, un commercio piuttosto che un altro; l’ambiente è di tutti e tutti dovrebbero fare il massimo per fare in modo che le generazioni future possano continuare a viverlo e goderlo.

Da anni, oramai, sentiamo dire che il clima sta cambiando: cosa stiamo facendo per far si che non accada?
Piove pochissimo o vengono alluvioni: quanto stiamo investendo nel mantenimento delle nostre foreste?
La sola pulizia del bosco e delle strade, delle cunette, il mantenimento dei muretti a secco, sono problemi che mai nessuno affronta?
Possibile che l’unico problema sia gestire e delimitare la raccolta dei funghi?
Quali sono i compiti e gli interessi che vengono tutelati dalle Comunaglie, dalla Comunità Montana, dai Comuni, delle Cooperative che hanno attività (anche di forte lucro) legate al nostro ambiente?

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Vagabondando per Berceto

L’atmosfera regalata da una giornata nebbiosa ma poco fredda è spesso molto intrigante.

Riflessiva.

Dal sapore antico e penetrante.

Berceto, per la prima volta su queste pagine, raccontato attraverso una lunga galleria fotografica con l’occhio del viandante.

La decisione di non dedicare una galleria di foto, degna di questo nome, era stata più una imposizione che una mia pensata.
Impedimento più che dimenticanza.

Il non essermi mai dovuto recare a Berceto (PR).
A questo pro vi annuncio la mia decisione di girare e vagare, anche senza meta, per mostrarvi la maggior parte possibile dei luoghi che sono vicini alla val Taro, sono in valtaro e poi, via via, come sempre, fino a dovunque!
Mai avevo messo piede a Berceto e, causa anche la solitudine di una giornata particolarmente uggiosa, ho avuto tutta la calma necessaria per “farmi un giretto“.

Un giro in giro, più come passeggiatore, come viandante che come turista.

L’approfondimento lo lascio ad una bella e soleggiata giornata primaverile.

Ho fatto un bel giro, sia per arrivare che nel paese stesso e, anche la nebbia ha voluto essere immortalata in scatti che, con il senno di poi, sarebbero molto meno suggestivi senza.

Un tuffo nel passato proprio per le vie che, nei secoli, sono state attraversate da migliaia dipellegrini, turisti e abitanti.