Equitazione presso il maneggio di Borgo Val di Taro
La Valle del Taro non è solo nota per i prodotti gastronomici e i paesaggi mozzafiato, ma anche per le numerose attività sportive che vengono praticate sia nei mesi estivi che invernali.
Tra gli sport outdoor più importanti, si può praticare kayak, pesca sportiva, arrampicata, bouldering, equitazione, trekking per non parlare delle piste ciclabili e percorribili a cavallo e dei percorsi panoramici per i motociclisti.
Non mancano inoltre strutture quali piscine, palestre, campi da calcio, tennis e pallavolo dove si possono praticare sport di squadra o individuali.
Sono molto diffusi anche i sentieri e gli itinerari per chi vuole semplicemente fare una lunga camminata in mezzo al verde magari facendo tappa in uno dei numerosi agriturismi o ristoranti.
La Val Taro ospita anche interessanti eventi sportivi quali il Rally della Val Taro, la Maratonina dell’Alta Val Taro, gare di trial, di equitazione, ecc…
Per le sue peculiarità ambientali e la strategica posizione geografica, la Val Taro può considerarsi a buon diritto una delle innumerevoli destinazioni turistiche dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Gioca sicuramente a favore di quest’area la vicinanza col mare (in un’ora circa si raggiunge la Riviera Ligure) e con città come Parma e La Spezia. Ma non è tutto, la Val Taro è un’area rurale con un paesaggio prevalentemente montano caratterizzato da cime che arrivano a 1810 metri di altitudine come il Monte Maggiorasca, da fiumi e torrenti, foreste di faggi, querce e pinete, ecc…
Insomma, un paesaggio tipicamente appenninico ricco di una rigogliosa e variegata vegetazione e di una ricca fauna, dallo scoiattolo alla volpe al cinghiale, ecc…
Monte Penna
Il fiume Taro (135 km) è uno dei protagonisti assoluti della valle. Con il suo corso torrentizio e le sue acque ancora incontaminate, è sicuramente una delle attrazioni principali della zona. Lungo di esso è possibile osservare aironi cinerini, nitticore, garzette e di rado l’airone rosso. Le acque del Taro ospitano inoltre la pregiata trota fario che è anche diventata un piatto tipico della zona.
L’esigenza di tutelare le bellezze paesaggistiche di quest’area ha portato alla creazione di vari parchi come il Parco Taro, che si estende da Ponte Taro a Fornovo, la Riserva Regionale dei Ghirardi, la cui superficie si estende nei comuni di Albareto e Borgo Val di Taro, la Riserva Regionale Monte Prinzera (736 m) e la Foresta del Monte Penna (1735 m).
Anche i borghi che fanno parte della Val Taro non mancano di offrire attrattive di ogni genere. Molto spesso anche la frazione più isolata può infatti rivelare bellezze che meritano di essere visitate.
per il genere umano che la scoperta di una nuova stella.
(Anthelme Brillat-Savarin)
La varietà paesaggistica di queste terre ci donano innumerevoli prodotti eno-gastronomici di grande pregio.
Protagonista indiscusso delle produzioni tipiche locali è il Fungo Porcino di Borgo Val di Taro che ha ottenuto nel 1996 la prestigiosa certificazione I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta). La sua fama è talmente cresciuta negli anni, da avere un itinerario tutto dedicato alla degustazione di piatti tipici a base di esso, la Strada del fungo porcino di Borgotaro.
Anche numerosi eventi come la Fiera Nazionale del fungo porcino di Albareto, Autunnando di Valle in Valle e la Fiera del fungo di Borgo Val di Taro hanno saputo sfruttare al meglio la popolarità e le proprietà nutritive di questo prodotto, tanto da diventare appuntamenti annuali importanti a livello nazionale.
Il Fungo Porcino I.G.P.
Un’altra peculiarità gastronomica della zona è l’allevamento del maiale nero dal quale si ricavano ottimi insaccati e carni prelibate.
Il sottobosco valtarese non offre solamente l’ottimo porcino, ma anche frutti di bosco che vengono lavorati per produrre conserve e, nel caso della castagna, possono diventare farina per ottime frittelle, per lo squisito castagnaccio o semplicemente per essere arrostite sul fuoco. Anche la castagna ha portato alla creazione di eventi e manifestazioni autunnali a lei dedicati come la Sagra della castagna di Borgotaro e la Festa della castagna a Folta.
La prelibata castagna valtarese
La cucina valtarese ha tutte le caratteristiche della cucina emiliana, povera ma succulenta. Accanto agli immancabili anolini in brodo troviamo carni prelibate, spesso di cacciagione, insaccati e il gustoso Parmigiano Reggiano.
Le torte salate sono un’altra specialità alla quale sono dedicate numerose manifestazioni estive e che si possono trovare nei menu dei nostri ristoranti e agriturismi.
Nei ristoranti della zona si possono gustare queste specialità e nella stagione estiva non mancano manifestazioni all’aperto dedicate proprio alla degustazione di carne alla griglia, torta fritta e la prelibata trota. Per esempio, a Bedonia, la Sagra della Trota viene organizzata da più di 150 anni e ottiene sempre un notevole successo.
La Val Taro ha una storia antichissima, le cui origini risalgono addirittura al Paleotico e al Mesolitico come dimostrano i reperti conservati nel museo archeologico del Seminario Vescovile di Bedonia. Molti autori attestano anche la presenza di Liguri non solo nella Val Taro ma anche nelle valli limitrofe come la Val di Vara e in quella del Magra.
Furono proprio i Liguri che, nonostante la lunga permanenza sul territorio e l’estenuante resistenza durata 80 anni, dovettero cedere ai Romani i territori conquistati (157 a.C.). Con la caduta dell’Impero Romano (568), giunsero i Longobardi i quali fin da subito iniziarono a costruire importanti abbazie lungo le vie transappenniniche, un esempio tra tutti è rappresentato dal monastero di San Colombano che, pur trovandosi a Bobbio, è indissolubilmente legato alla storia locale.
Particolare del portale del Duomo di Berceto
La Val Taro infatti si trovava in una zona strategica fondamentale dal punto di vista religioso e culturale, in quanto attraversata da due importanti strade: la Via Francigena o Via Romea, che collegava Canterbury a Roma, e la Via degli Abati, che si snodava da Bobbio a Pontremoli e che veniva utilizzata abitualmente dagli abati per recarsi a Roma.
La presenza longobarda è anche attestata da opere architettoniche di grande pregio, come il Duomo di San Moderanno a Berceto risalente al XII secolo ma costruito sui resti di un antico monastero (719). Anche la Pieve di Santa Maria Assunta a Fornovo Taro ha una lunga storia che è testimoniata da uno stile romanico sia nella struttura che nelle opere conservate. I numerosi monasteri disseminati nelle Valli del Taro e del Ceno non aveva solo una funzione prettamente religiosa, ma fungevano da veri e propri “centri amministrativi” dei territori.
La situazione cambiò con l’avvento dei grandi signori feudali tra i quali i Malaspina, i Landi, i Visconti, gli Sforza, i Doria e i Farnese. In particolare i Landi ebbero un ruolo cruciale per la Val Taro in quanto fondarono un vasto stato (Principato di Valditaro) che fu poi venduto ai Farnese. Proprio la presenza di questi ultimi soprattutto da costruzioni quali palazzi, monumenti e la celebre Porta Farnese tutti situati a Borgo Val di Taro.
Nel 1805 gli stati parmensi furono annessi all’impero francese fino alla caduta di Napoleone.
Essi entrarono a far parte del Ducato di Parma e Piacenza fino alla morte di Maria Luigia d’Austria per poi diventare territori del Regno d’Italia. La storia della Val Taro trova testimonianza nella grande varietà di opere presenti sul territorio come chiese, rocche, castelli, colonne, portali , stemmi e maestà che tra l’altro sono di grande pregio artistico. Inoltre una peculiarità di questa terra è la presenza di pregiate materie prime come la pietra ofiolitica, il diaspro rosso, la roccia scura di basalto, la pietra arenaria e, non ultima la pietra di Carniglia. Tutto questo rende la Val Taro una terra tutta da scoprire tra arte, storia e cultura.
Val Taro: liberi di scoprirla!
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