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Una passeggiata nel verde.
Una lunga carrellata di immagini suggestive.
A Masanti di Bedonia, provincia di Parma.
Seguendo il corso del fiume Ceno in uno dei punti più belli: il salto dal lago “del profondo“.
Continuano le mie passeggiate nei dintorni della valtaro e valceno alla scoperta della bella natura che mi circonda.
Favorito dall’essere nel mezzo di una natura dal sapore ancora pulito, dove l’uomo sa come preservarla, distante dal turismo di massa che spesso e volentieri fa fare cose ben distanti dal bene della natura.
Oggi vi propongo Masanti nel Comune di Bedonia, sempre in provincia di Parma, ma nel versante valcenese.
Nella vastità del territorio comunale bedoniese, infatti, scorrono ben due fiumi importanti, uno dei quali affluente del Po l’altro, il Ceno, è immortalato in queste immagini.
In comune, i due fiumi, hanno la stessa montagna tra le cui rocce nascono, il Monte Penna.
Su due versanti, a breve distanza, prendono strade diverse che li porteranno, a Fornovo (PR) a riunirsi.
Solo il fiume Taro proseguirà diventando affluente di destra del Po.
Un viaggio lungo centinaia di chilometri e costellato da una miriade di deviazioni, salti, dighe e paesaggi differenti.
Masanti ha un forte legame con l’acqua.
E’ grazie alle sue fonti che il paese rimane vivo.
Una grossa produzione di acque minerali viene proprio da Masanti grazie al gruppo Norda S.p.A.
Ma è la maestosità e l’impeto dell’acqua a cogliere la mia attenzione.
Proprio vicino al centro del paese, attraverso un sentierino appena accennato ci si ritrova d’improvviso di fronte ad un vero spettacolo della natura.
Il lago del “profondo” che, con la sua inesorabile erosione si è mutilato ma ha guadagnato un meraviglioso salto di una decina di metri.
Un grosso monolite di pietra arenaria, ora, lo occupa di traverso impedendo alle acque di occuparne lo spazio ma costringendolo ad una strettoia obbligata.
L’acqua prende velocità.
Il silenzio e la calma si fanno impetuoso rumore.
Il trasparente pulito dell’acqua prende un color bianco latte e, dopo la caduta, si alza una nebbiolina fine e fresca trasportata dal vento.
Subito dopo, la calma, riprende il sopravvento e continua il cammino giù lungo il suo letto.
Curioso sentire alla televisione parlare di crisi idrica, di siccità, di cambiamenti climatici in un posto reso così bello da centinaia di metri cubi di acqua che scorrono da monte a valle.
Impensabile che tanta bellezza e purezza possa essere data in mano a privati senza scrupoli, con l’unico obbiettivo, talvolta celato da azioni “di bene comune”, di trarne profitto.
A scapito anche della bellezza ambientale, della vita di flora e fauna (comprese noi bestie umane), dell’ecosistema tutto sempre più in equilibrio precario.
Oggi Masanti vive ancora, a volte si sente abbandonato, altre volte tagliato fuori ma, la ricchezza su cui può fare affidamento non è un posto di lavoro in più o in meno, una strada efficiente, un commercio piuttosto che un altro; l’ambiente è di tutti e tutti dovrebbero fare il massimo per fare in modo che le generazioni future possano continuare a viverlo e goderlo.
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